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L’anno di grazia 2024 per le imprese softballistiche degli amatori di San Ruffillo lascia il proscenio in maniera a dire il vero poco simpatica.
Dopo una prima parte di stagione da veri dominatori i rossi si afflosciano come una torta malriuscita dopo i primi umidi autunnali.
Ad un percorso praticamente netto per 12 partite è seguito un pareggio e quindi 3 secche sconfitte, condite da qualche malumore (ci sta), una caterva di infortuni e una sordida, meschina sensazione di anzianità incombente.
L’ultima sortita in quel di Casteldebole per la finalina di consolazione, ha mostrato una certa resilienza dei tricampioni uscenti, mischiata, però, ad una parvenza di scarsa competitività data dalle assenze, dagli infortuni occorsi (Fede, ahimè) e da chi si trascina acciacchi molto limitanti da tanto, troppo tempo.
Per contare i sani, una mano basta. E l’età a media a 58 berrette non aiuta di sicuro.
Non ci sentiamo di definire la stagione deludente. Primo posto in regular season con numeri da tiranno del ballgame. La stagione è girata sicuramente su uno stato di salute sempre più preoccupante di molti giocatori e su una partita strana, nervosa soprattutto per colpa degli avversari, incappati tra l’altro in una di quelle giornate in cui l’uovo non lo fa solo il gallo ma pure l’elefante…e ci riferiamo a gara 2 contro gli Strappados nel gironcino di semifinale.
Il softball è sport strano e i playoff premiano sicuramente la squadra più in forma e quella più fortunata. E mai come quest’anno con gli Strappados qualificati dal divano per le amnesie dei Rookies, la tradizione si è rinsaldata.
D’altra parte, è doveroso sottolinearlo, l’anno passato era successo proprio ai Ruphy uscire da una stagione regolare tribolata per poi sprintare fino al traguardo.
I numeri, si diceva sono buoni in una stagione da 12 vinte 1 pareggiata e 3 perse: peccato che si siano perse alla fine…
Ora occorre riposarsi, curarsi gli acciacchi (sugli anni mi sa che la cura non ci sia) e capire come ridefinire un gruppo che ha valori importanti, molto importanti ma che non può più ripresentarsi così.
Vedremo.
Sulla partita poche annotazioni.
15-12 il risultato grazie al sacrificio dei Ruphy, che pur giocando menomati e fuori ruolo (visto Andrea allo shortstop e Uccio nell’angolo caldo…della serie zoppi nell’infield….), hanno tenuto in equilibrio una partita che i Calzini hanno meritato di vincere.
Più efficaci in battuta (16 valide a 10), meno fallosi in difesa, hanno legittimato un podio che è più rimpianto che soddisfazione: dopo le sconfitte in finale con i Ruphy sempre superiori gli anni passati, quest’anno era l’anno buono per mettere in bacheca la Coppa.
Onore quindi agli Strappados che hanno riconquistato un trofeo che mancava dal 2019 e anche alle Sfattine, alla loro prima finale, cui la vittoria è sfuggita per poco.
Arrivederci al prossimo anno.